Ad avercene di Diana Krall!
Anche se il suo ultimo lavoro non è certo il migliore. “Wallflower” è una compilation di canzoni dagli anni ’60 fino ai giorni nostri che hanno ispirato l’artista canadese fin dai primi anni della sua formazione musicale.
Partiamo dal presupposto che Diana Krall, moglie di Elvis Costello, ha venduto più album di qualunque altra musicista di jazz dell’ultimo trentennio e che ha vinto cinque (5!) Grammy® mentre chi ha prodotto il disco, e cioè David Foster, di Grammy ne ha conquistati addirittura 16!
Scarso che possa essere ci troviamo di fronte sempre ad un prodotto di grande qualità.
Che poi ci sia difficoltà a catalogare la Krall come musicista jazz o pop o un ibrido poco importa. Spesso gli artisti veri sono poco catalogabili.
Wallflower non è il miglior lavoro perché le partiture musicali non mettono bene in luce le qualità pianistiche della Krall che emergono solo a sprazzi.
E’ un disco dove si punta soprattutto sulla sua voce, calda e sensuale e che è alle prese con un terreno diverso dal solito: l’interpretazione di alcune fra le migliori canzoni pop di tutti i tempi.
California Dreamin dei The Mamas & the Papas, ad esempio, o Superstar di Leon Russell, per poi passare agli anni ’70, con Sorry seems to be hardest word di Elton John o la stessa title track, Wallflower di Bob Dylan.
Non manca qualche incursione anche negli anni ’80 con Feels like home di Bryan Adams.
L’unico brano inedito è If I take you home tonight, scritto per la pianista e cantante canadese da Paul McCartney e non a caso il miglior pezzo dell’album.
La mia opinione è che quando ci sono di mezzo i fuoriclasse bisognerebbe osare. Ed invece David Foster ha guidato una Ferrari rispettando i limiti di velocità di un centro storico.
Wallflower è un po’ come un film con una storia banale ma che si salva grazie alla bravura degli artisti. E così se gli stessi brani scelti nel disco fossero stati cantati da altri probabilmente sarebbe venuto fuori un lavoro mediocre.
Ed invece, con la Krall verrebbe da dire a Foster: “ti piace vincere facile eh?”