Sam Smith – In The Lonely Hour

Sam Smith – In The Lonely Hour

29 Maggio 2015 Off Di Massimiliano Viti

sam-smith-in-the-lonely-hourSe Sam Smith è un giovane promettente, c’è qualcuno che ha prodotto il disco, lo ha confezionato, ha collaborato con lui che forse non è né giovane e né promettente. “
In the lonely hour”, che ho ascoltato nella versione Deluxe Edition, non solo non convince ma non riesce a esprimere le potenzialità di questo ragazzo classe 1992, cugino di terzo grado di Lily Allen, che ha partecipato alla scrittura di tutti i brani.
Una vocalità molto elastica che dovrebbe essere sfruttata molto ma molto meglio, anche se somiglia a molti altri artisti uomini con la voce da colibrì, con un registro posizionato verso l’alto, molto alto.
Solitamente il primo album è sempre uno dei più riusciti della carriera di un artista ed invece In the lonely hour non mi dà questa sensazione, nonostante qualche brano sia di ottima fattura.

Il lavoro si apre con Money on my mind e a metà album mi sono chiesto come mai è stato scelto come brano di apertura dell’album visto che c’entra poco con le altre tracce.

I brani pregevoli?

[iframe src=”https://embed.spotify.com/?uri=spotify%3Aalbum%3A7p7RFI5jtwYDknwhnQgmlp” width=”300″ height=”380″ frameborder=”0″ allowtransparency=”true”]

Sicuramente Stay with me, che unisce sapientemente il gospel al pop come se fossero due cose che non potrebbero stare l’una lontana dall’altra.
Molto bello.
O I’’m not the only one che si fa ascoltare più volte, segno che si tratta di una composizione riuscita, semplice musicalmente, quanto complicata vocalmente ma molto efficace.
Poi dopo qualche brano migliore, unito ad altri poco sinceri, ad una solita ballad, si arriva ad un’altra traccia valida: Lay me down.
La preferisco agli altri singoli di successo ma… il riff facile e easy listening funziona sempre per il mercato.

Uno di questi singoli è la pluriascoltata “La la la” scritta in collaborazione con il produttore Naughty Boy che troviamo nella Deluxe Edition.

Nell’album ci sono molte ballad, alcune inutili o ripetitive, altre che non brillano nei testi. Insomma, trascorsi 45 minuti ho l’impressione che ci sia qualcosa da rivedere in un lavoro che ho ascoltato a piccoli sorsi, poi riascoltato e poi ancora per riuscire a trovare una sufficiente attenzione.
Eppure il caro vecchio Sam ha ricevuto le 6 nomination ai Grammy Award….

Complimenti ma gli auguro che il prossimo album sia migliore di questo perché ne ha le facoltà.